Oltrepò, è svolta: Metodo classico Classese e più peso ai vignaioli in Consorzio

L’esito (clamoroso) dell’assemblea del pomeriggio

Oltrepò, è svolta: Metodo classico Classese e più peso ai vignaioli in Consorzio
classese oltrepò pavese L’Oltrepò Pavese vive oggi un momento storico di svolta, destinato a segnare un “prima” e un “dopo” nel percorso di valorizzazione del territorio e della sua viticoltura. In occasione dell’Assemblea dei Soci del Consorzio del pomeriggio, sono state approvate con un consenso quasi unanime due riforme fondamentali. In primis l’adozione di un nuovo statuto, più orientato alla filiera, ovvero ai piccoli produttori e ai vignaioli. Una formula, di fatto, molto vicina all’idea di riforma della rappresentatività all’interno dei Consorzi del vino italiano ipotizzata dalla Federazione italiana vignaioli indipendenti, nel corso degli ultimi anni. Il tutto dopo l’harakiri degli imbottigliatori, al termine di un tira e molla durato mesi che ha portato a una nutrita, volontaria estromissione dal Consorzio stesso. Il secondo voto epocale riguarda la revisione del disciplinare della Docg, che introduce cambiamenti strategici per il posizionamento e la valorizzazione del Metodo Classico.

IL NUOVO STATUTO DEL CONSORZIO OLTREPÒ PAVESE

Con un’approvazione che ha superato il 98% dei votanti, il nuovo statuto interviene su aspetti chiave. Come il sistema di voto, che attribuisce un minimo di 10 voti a ciascun socio, indipendentemente dalla capacità produttiva. L’ottica è quella di una maggiore autonomia decisionale dei piccoli produttori. Il tutto senza però compromettere il principio di proporzionalità, che tiene conto del contributo produttivo complessivo. Il riconoscimento del valore della filiera diventa così, anche nei fatti, un principio cardine del nuovo corso del Consorzio Oltrepò. In particolare, è stato previsto un sistema di premialità che, applicando un moltiplicatore del 25%, attribuisce un maggior peso decisionale alle aziende che gestiscono internamente tutte le fasi della produzione. Incentivando così un modello produttivo più integrato e sostenibile. Per la prima volta nell’Oltrepò Pavese, viene inoltre adottato un criterio di proporzionalità perfetta tra quantità dichiarata (uva, ettolitri di vino prodotto e imbottigliato), quota contributiva versata al Consorzio e numero di voti in Assemblea.

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“CLASSESE”: NUOVO NOME PER IL METODO CLASSICO DELL’OLTREPÒ

Questo principio, spiega il Consorzio guidato da Francesca Seralvo, garantisce una maggiore equità e trasparenza nella governance consortile. Il raggiungimento di questo obiettivo «non sarebbe stato possibile senza il contributo determinante di Federdoc e dei funzionari del Masaf». Il Consorzio ha intrattenuto con i due enti «un dialogo costante per affinare ogni dettaglio della riforma. E assicurare il massimo livello di efficienza e rappresentatività». Contestualmente, il nuovo disciplinare della Docg, approvato con oltre il 93% dei consensi, sancisce l’introduzione di un nome storico e distintivo per il Metodo classico base Pinot Nero: “Classese“. Il tutto attraverso un rafforzamento delle regole qualitative, che garantiscono l’eccellenza della denominazione.

Insieme alla revisione dello statuto, l’Assemblea ha approvato modifiche sostanziali al disciplinare dell’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg. Sono stati introdotti due elementi strategici per la crescita e il riconoscimento del prodotto a livello nazionale e internazionale. Primo tra tutti l’attribuzione di un nome specifico alla denominazione: “Classese”. Una dicitura che permetterà di differenziare il Metodo Classico dell’Oltrepò dalle numerose altre denominazioni esistenti nel territorio. Il secondo elemento riguarda l’introduzione delle Menzioni Geografiche Aggiuntive (MGA), per valorizzare ulteriormente le zone di produzione più vocate, rafforzando il legame tra prodotto e territorio. https://www.consorziovinioltrepo.it/

Denny De Vito e il Classese dell’Oltrepò: il Metodo classico Pavese al cinema

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